Tatuaggi a minorenni e giovani e possibili discriminazioni

Ringraziamo la testata Influencer Today per averci citato nel seguente pezzo che riportiamo.

Come ben sappiamo, non è mai semplice dover sostenere un colloquio di lavoro, spesso però esistono anche altro tipo di barriere come quelle socioculturali rappresentate da usi e costumi vigenti, uno tra i tanti? Il tatuaggio! Ebbene non in tutti i luoghi questa caratteristica viene vista di buon occhio, che consiglio dare dunque a chi è indeciso se procedere o meno con un tattoo? Discriminazioni e tatuaggi

Abbiamo parlato a questo proposito con uno dei massimi maestri del mondo del tatuaggio in Italia e all’estero: il noto tatuatore e piercer Marco Manzo, ecco cosa ci ha spiegato:

“Da molti anni svolgo questo mestiere e mi sono capitate le richieste più disparate, ci sono dei limiti che noi come studio e come avviene in altri studi professionali ci siamo comunque voluti dare: in particolare rispetto a tatuaggi su zone visibili, su volto e mani. Inoltre Il Tribal Tattoo Studio in quanto studio professionale tiene particolarmente al rispetto delle norme vigenti, motivo per il quale anche quando si tratta di minori seguiamo scrupolosamente le linee guida dettate dalla Regione. Spesso le richieste particolarmente estrose vengono proprio dai più giovani poiché non è raro che prendano spunto o esempio dalle nuove mode –si pensi alla trap o anche solo ad Achille Lauro, icona di Sanremo-, il tatuaggio facciale può infatti rappresentare un ostacolo alla propria carriera o al proprio percorso personale se non si è delle star internazionali…

Già soltanto prendendo ad esempio i concorsi per entrare nelle Forze Dell’Ordine vediamo il divieto di qualsiasi tipo di tatuaggio quando si fa il concorso, per cui è sempre bene riflettere accuratamente sulle proprie prospettive di vita prima di prendere una decisione permanente come può essere il tatuaggio.

Tatuaggi a minorenni

Negli ultimi anni da parte di noi professionisti del settore, si sono registrati diversi avvenimenti come ad esempio  l’ingresso del tatuaggio nel mondo dell’arte per legittimare ed innalzare la figura del tatuatore ma anche di coloro che possiedono un tatuaggio: purtroppo in tempi neanche troppo remoti questa pratica veniva connessa a determinati ceti sociali, ai marinai, agli ex detenuti o a membri di bande criminali. Oggi fortunatamente non è più così e possiamo definire il tatuaggio come quasi del tutto sdoganato nonostante in alcuni ambienti sia ancora malvisto. Ricordiamo però che in antichità il tatuaggio aveva una valenza estremamente importante a livello ritualistico e non ci riferiamo soltanto alle tribù di ere o aree geografiche remote ma anche all’epoca precristiana (si pensi ai primi Cristiani che frequentavano il Santuario di Loreto) e anche in tempi più “recenti” molti esponenti di stirpi nobiliari avevano l’abitudine di tatuare il simbolo o lo stemma di famiglia. 

Il Tatuaggio per chi lo esegue e non soltanto per chi si sottopone alla pratica, ha una valenza molto profonda che va ben al di là delle mode passeggere: stiamo parlando di momenti importanti della vita di una persona quali la nascita di un figlio, la morte di una persona cara, un momento da ricordare: una vera e propria mappa dei ricordi, questo è fare un tatuaggio. Segnare quel momento indelebilmente per noi  tatuatori è sicuramente un onore per la fiducia che ci viene concessa.

La capacità del tatuatore è cercare di interpretare quello che vuole la persona. Io personalmente rifiuto di riprodurre un tatuaggio già fatto. Però ci sono anche tatuaggi per tutti, ci sono tavole che vengono replicate, quindi in quel caso è giusto replicare aggiungendo un dettaglio che possa renderlo unico. Succede spesso che rifiutiamo, capita spesso: mi riferisco a lavori troppo visibili o estesi su persone molto giovani o lavori non credibili nella loro realizzazione.
L’oobligo del tatuatore, a mio avviso , è far ragionare il proprio cliente anche sulle possibili conseguenza a livello lavorativo e sociale”.

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